Magna Charta è un foglio che si riempie un giorno alla volta.
Una penna — o più d’una — che scrive per il gusto di farlo.
Non per spiegare tutto, non per convincere nessuno, ma per provare a dire qualcosa che abbia un senso. O anche no.
Qui i testi non sempre stanno al loro posto.
Qualche volta debordano, altre non cominciano nemmeno.
Sono pensieri fuori con-testo: fuori dal contesto previsto, ma sempre con testo dentro.
Non c’è una linea da seguire, c’è un filo da tirare.
Ogni parola trova la sua direzione mentre viene scritta.
Il resto è cornice.
